Malattie a trasmissione sessuale: ragazze più a rischio

di Monica Faganello

Le malattie a trasmissione sessuale (MST) rappresentano un problema di sanità pubblico poiché sono in costante aumento, soprattutto nelle giovani donne tra i quindici e i venticinque anni. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio sulla salute della donna, O.N.Da, su 1300 ragazze milanesi. Le cause principali sono riferibili all’abbassamento dell’età in cui le ragazze hanno il primo rapporto sessuale (13 anni per una ragazza su cinque in Lombardia) e alla scarsa informazione.

Le giovani milanesi appaiono mediamente informate sulle MST, ma la conoscenza rimane a un livello molto superficiale. Infatti, una ragazza su tre non sa che i sintomi delle MST possono non essere evidenti, due su cinque non sanno che le MST possono dare conseguenze gravi nel tempo, come sterilità e tumori, e una ragazza su due non è a conoscenza del fatto che le MST siano in gran parte curabili. Se da un lato la consapevolezza dell’importanza del preservativo per proteggersi dalle MST è diffusa, dall’altro le ragazze hanno una bassa percezione del rischio personale perché giovani donne. Inoltre, a parte il preservativo, le altre forme di prevenzione (evitare rapporti occasionali e limitare il numero di partner) appaiono a loro meno chiare. Ignorano, inoltre, la presenza nel territorio di spazi dedicati agli adolescenti e di consultori.

In generale, quindi, è necessario operare un’educazione sessuale ma anche affettiva, e dedicare attenzione alla prevenzione degli stili di vita nell’ambito dell’intimità e della sessualità, cosa per altro non semplice in una realtà italiana incrostata da barriere etiche, culturali puritane. Sicuramente, il dato che emerge tra i giovani è la sete di informazione che dovrebbe venir colmata dalla scuola e dalla famiglia in primis, poi dai media.

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